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La Centochilometri

(Paganico, Porta Senese)

La Centochilometri della Granocchia è la manifestazione simbolo di Valdombrone. Organizzata fin dalla prima edizione in collaborazione con la Proloco Paganico, giunge quest'anno alla undicesima edizione con grandi ambizioni, nuovi tracciati e novità assolute.

Qualità e quantità degli scorsi anni saranno superate con un'edizione memorabile!

Nata come dimostrazione dello spirito intrinseco dell'Associazione, la Centochilometri non è una corsa: non vince chi arriva primo o chi pedala più velocemente. Non vince nessuno o – volendo – vincono tutti.

Vincono coloro che si godono una bella giornata passata a pedalare all'aria aperta lungo percorsi scelti con cura da chi conosce ogni metro delle nostre strade.

Percorsi non brevi e non facili (a parte quello corto, di cui poi dirò meglio), che richiedono comunque preparazione e tecnica. Percorsi però proposti come esperienza di socialità e non invece come occasioni agonistiche. Si parte come e quando si vuole, entro un lasso orario piuttosto ampio. Si marcia in gruppo o da soli, secondo quello che si preferisce. Ci si aspetta oppure no.

Non ci sono regole ulteriori a quelle che valgono per tutti gli utenti delle strade pubbliche, se non l'esigenza del tesseramento dei ciclisti (che ha ragioni in ultima analisi legate alle coperture assicurative) e quella della certificazione di idoneità medica.

Vincono quelli che si godono i percorsi e che si fermano a mangiare ai ristori: perché i ristori sono il meglio della Centochilometri. Curati dalla Proloco Paganico, che vi profonde l'eccellenza gastronomica per cui è ormai famosa (la sagra di Paganico, in settembre, è un appuntamento fisso per gli amanti del genere), i ristori offrono quello che serve allo sportivo per integrazione alimentare (sali, frutta secca, carboidrati), ma aggiungono quello che certi sportivi mai mangerebbero e che invece i partecipanti alla centochilometri divorano ...come se non ci fosse un domani: pastasciutte, risi freddi, affettati, salcicce, panini vari, carne alla brace, alici sottopesto, trippa, fritto misto, ciambelloni, crostate, biscotti hanno fatto negli anni la loro acclamatissima apparizione sui tavoli apparecchiati lungo i percorsi della manifestazione. Al confronto degli approvvigionamenti per la Centochilometri, le provviste caricate su una nave da crociera sono il paniere di un pic-nic!

La Centochilometri non è – dicevo – una corsa, ma non è neppure una smodata mangiata pantagruelica: tra un ristoro e l'altro restano comunque da coprire gli intervalli pedalando, secondo il percorso scelto, per cinquanta, cento, centotrenta o centosettanta chilometri.

Non è un'arte facile o scontata quella del cicloturista, che pedala duro, mangia pesante e si diverte pure.

Per che cosa poi? Per niente, ovviamente. Ci sono dei premi per le società più numerose, è vero, ma non sono quelli che attirano i partecipanti. Il premio è quello di essere rientrati a Paganico per tempo è una bella doccia calda e un pranzo servito ai tavolini montati nel parco pubblico. Non un pranzo qualunque, beninteso, ma il pranzo della Centochilometri della Granocchia: una cosa che non si vede nemmeno alle blasonatissime granfondo nazionali: antipasto, primo casalingo, secondo di carni alla brace, contorni, dolce. E servizio al tavolo.

l' undicesima edizione si terrà come sempre a Paganico il 28 aprile 2024

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Caratteristica speciale della Centochilometri è quella di non svolgersi lungo un percorso sempre uguale. Negli anni pari viene studiato un percorso nuovo, che resta anche per il successivo anno dispari. Ogni due anni, si cambia.

Perché facciamo così?


Facile: perché la nostra terra è grande e ovunque tracciata da strade bellissime, che sarebbe un vero peccato trascurare. C'è però una seconda ragione, più sottile.

La Centochilometri è cresciuta nel corso delle sei edizioni passate non solo in numero di partecipanti. E' cresciuta divenendo qualcosa di più grande, ma anche di diverso. Con l'inserimento in circuiti regionali, la manifestazione ha visto la partecipazione sempre maggiore di ciclisti forestieri, trovandosi così a essere per costoro una specie di assaggio ciclistico della valle dell'Ombrone (e non solo).

La prima edizione e la seconda furono una bellissima festa locale: la Società era neonata e volle lanciarsi nell'organizzazione di una manifestazione. Ogni società del grossetano volle essere presente in massa: le prime due edizioni furono un ritrovo di amici che già si conoscevano e che già conoscevano le strade che avrebbero percorso insieme.

Dalla terza edizione le cose cambiarono: restarono predominanti gli amici locali, ma arrivarono i forestieri.

Con la sesta edizione i forestieri hanno infine superato i locali.

L'obiettivo allora della manifestazione è divenuto assai più ambizioso. Alla bella giornata in compagnia, allo sport e alla mangiata (che restano), si è aggiunta una finalità di promozione e di dimostrazione. Mi spiego: promozione del territorio e dimostrazione della sua fruibilità ciclistica.

I percorsi che da Paganico si snodano per ben oltre cento chilometri e che toccano parti diverse e bellissime delle province di Grosseto e Siena: le colline senesi dei Paschi, l'area metallifera, le valli del Farma e del Merse, quella dell'Ombrone e d ell'Orcia, le pendici amiatine. Con gli anni futuri saranno toccati gli ambiti dei tufi, con Sovana e Saturnia, le aree della d.o.c. del Morellino di Scansano e via dicendo.

Promozione del territorio e dimostrazione del fatto che, stanziando più giorni a Paganico, un cicloturista può raggiungere pedalando il meglio della Toscana meridionale.




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